I religiosi a corte

Non “Chiesa e Stato”: consapevolmente il progetto sposta i termini della questione storiografica, innovandone problematicamente pertinenze e referenze. Il dato che caratterizza in profondità il rapporto tra religione e politica in Antico regime è produttivamente individuato nel fatto che la stessa autorità civile considera la salvaguardia della vera fede come uno dei suoi compiti principali e che su di esso misuri obiettivi e strategie della propria azione di governo. Partendo da questo dato, è possibile pervenire alla delineazione di un quadro variegato e complesso delle relazioni sociali e politiche — e di alleanze trasversali — che caratterizzano le istituzioni ecclesiastiche al pari di quelle secolari, dove ruoli cortigiani e pubblico-amministrativi si fondono e si sovrappongono, ed è semmai la stretta prossimità al principe – e al suo favorito – a conferire loro legittimità e potere.
Il volume produce alcuni sondaggi originali e innovativi, documentando l’intreccio tra diplomazia, teologia e politica in Antico regime, e in particolare il legame tra famiglia aristocratica e ordine religioso, che si definisce e rafforza in una tradizione di patronato famigliare spesso di lunga durata, quale frutto di originarie scelte devozionali.