Fragapane Giacomo Daniele

Forma del movimento

Valzer. Il piano-film di Salvatore Maira
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stato: Disponibile
Argomento: Cinema e spettacolo
Collana: Biblioteca teatrale/Videoteca teatrale/7
anno: 2009
, pagine: 186

ISBN: 978-88-7870-389-6
20,00 €
19,00 €
Risparmi:
1,00 €
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Valzer di Salvatore Maira è il primo film italiano realizzato con un unico piano sequenza, girato in alta definizione digitale. Rispetto ai due soli precedenti del genere, Nodo alla gola di Alfred Hitchcock (1948) e Arca russa di Aleksandr Sokurov (2002), la novità principale di questo film consiste nell’introduzione di un sistema che – per la prima volta nella storia del cinema – consente ai due operatori responsabili del piano sequenza di passarsi la macchina senza interrompere la fluidità dell’azione e delle riprese. A ognuno di essi è affidata la realizzazione di precise sezioni della storia. Ogni sezione è concepita come un’unità dove il movimento della cinepresa è del tutto coordinato con le azioni sceniche, in una sorta di complessa coreografia totale. Si tratta di un’operazione registica assolutamente originale, articolata su almeno tre livelli linguistici corrispondenti ad altrettanti gradi di “competenza mediale” del dispositivo cinematografico. Un primo livello sviluppa gli aspetti prettamente teatrali del film, e risponde dunque all’emersione di modalità drammaturgiche tipiche della performance scenica. Un secondo livello contempla la ricerca, sul piano visivo e su quello narrativo, di un linguaggio specificamente filmico, sospeso tra la “nostalgia” di una forma classica e la ricerca di soluzioni decisamente postmoderne. Infine, il film si confronta con una tecnica produttiva per certi versi simile a quella di una diretta televisiva.
Di fronte a uno scenario, come quello attuale, di profonde, radicali trasformazioni delle pratiche registiche e dei regimi scopici – avvertite come inevitabili e in qualche misura definitive – il presente studio affronta le principali questioni teoriche poste dal film di Salvatore Maira, chiedendosi quale sia il modo di pratica filmica entro cui esso si enuncia, agisce e prende forma.

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