Zavattini e la radio
Collana: Impronte/Letteratura/10
ISBN: 978-88-7870-645-3
Si può dire che tali siano stati i principi che hanno orientato Zavattini nel suo periplo radiofonico, dai primi anni Trenta sino a tutti gli anni Sessanta e Sessanta del secolo scorso. Allora che venne chiamato ai microfoni dell'Eiar nella funzione di umorista, Zavattini rifiutò il mero scopo di divertire e abbellire la vita pubblica ponendosi il problema di cosa dire e di come dirlo agli ascoltatori.
La radio non era la letteratura e nemmeno il teatro o il cinema, bisognava dunque comprenderne le peculiarità e ad esse adeguare l'inventiva e insieme la voce e persino la gestualità. Za è insomma innovatore anche in quanto "radio umorista". Poi, dopo la guerra, guardato con un qualche sospetto dai dirigenti della Rai per il ruolo svolto nel rinnovamento della nostra cultura e della società, ma anche riverito come intellettuale e padre del neo-realismo, Cesare Zavattini è chiamato a testimoniare la propria fiducia nel mondo. Ma proprio questo lo spinge a potenziare gli stimoli rivolti ai radioascoltatori. Inventando trasmissioni e sperimentando nella conduzione dei programmi che gli venivano affidati, sino a quel "Voi e io punto e a capo" in cui – siamo a mezzo degli anni Settanta – si ebbe l'episodio della "paroletta sporca" che infranse un tabù allargando nuovi spazi alla libertà espressiva. Non avverso alla radio in quanto tale, Za ha cercato di convertirne le funzioni in una direzione umanistica e progressiva. In questo senso – e parafrasando Brecht – la scelta di battere il conformismo si è in lui modellata sul coraggio di dire la verità, l'accortezza di riconoscerla, l'arte di renderla leggera e maneggevole alla stregua di un'arma attraverso etere con però insieme l'avvedutezza che chi era in ascolto potesse poi essere quegli nelle cui mani quella verità sarebbe divenuta efficace.
Fermenti n.240 (2013) - 16/12/2013
Il Borotalco, sì il Borotalco
CAPITOLO PRIMO
1. Letterati alla radio
2. Il mondo dei suoni in camera
3. Il borotalco, sì, il borotalco
4. Orologi e bugie esapode
5. La matrice natural-radiofonica del suono
6. L’Almanacco Bompiani
7. I secondi anni ’30
8. Idiosincrasie del perfetto conversatore
9. Gli umoristi e un poeta, cioè a dire Za e Leopardi
CAPITOLO SECONDO
1. Parlare ai microfoni dopo la guerra
2. Lo spavento d’esser vivi
3. Timidezza dubbiosa
4. Ricezione alla radio
5. Invito alle collezioni
6. Il cinema della verità
7. Polemica col mio tempo
8. Confessioni e sfoghi al microfono
9. Riduzioni ad uso e consumo dell’ascolto Rai
10. Za in salsa antologica
CAPITOLO TERZO
1. Come si recita alla radio
2. 1960, autoritratto a distanza
3. Per chi e per cosa dispiegare la propria inventiva
4. La doppia vodka del “radioconversatore”
5. Zavattini o l’ispirazione
6. Personaggio in “fiera”
7. Ospite dell’Approdo
8. Recluso in studio
9. Za reinventa la radio
10. Voi e io punto e a capo
11. Scusi, la radio ha un futuro?
12. Il pensiero veloce di Za
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