Boggio Maricla
al tempo della Rivoluzione
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stato: In Stock
Argomento: Teatro
Collana: La Fenice dei Teatri/36
anno: 2021
, pagine: 240

ISBN: 978-88-6897-235-6
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“La donna ha diritto a salire sul patibolo; essa deve avere ugualmente quello di salire sulla Tribuna”


Delle centinaia di pagine scritte da Olympe de Gouges, è conosciuta soltanto questa frase dell’articolo X della sua “Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina”, del 1791, che ricalca i diciassette articoli di quella del 1789. Sul patibolo ci salirà Olympe, condannata dal sanguinario Robespierre come nemica della Repubblica. Eppure si era battuta con passione per i diritti del popolo e delle donne in particolare. Figlia di un macellaio di Montauban, dall’Occitania contadina Olympe approda a Parigi per fare fortuna. Non ha studiato, ma una intelligente intuizione critica la porta a superare la sua condizione, aiutata da una bellezza che la mette in risalto nei salotti di Parigi. Il mondo aristocratico le dà fama e ricchezza, ma lei si rende presto conto di vivere in una società in crisi e vuole intervenire su chi detiene il potere rivendicando riforme economiche e di costume, specie nei confronti delle donne. Non sa scrivere, ma ha facilità di parola; sceglie di esprimersi con il teatro per mettere in evidenza le ingiustizie sociali trascurate dai sostenitori della Rivoluzione. I suoi temi sono la schiavitù dei neri, condannati a un lavoro bestiale nelle colonie americane di proprietà dei nobili, i voti forzati nei conventi, il divorzio, i figli illegittimi. Può affermare senza rischi le idee più avanzate, perché non è lei a parlare in prima persona, ma i personaggi. Alla Comédie Française, dopo anni di fatiche e discussioni riesce a far rappresentare “L’esclavage des noirs”, ma il suo progetto sulla liberazione dalla schiavitù passa inosservato. Si è illusa di migliorare la società attraverso il teatro, ma si rende conto che non è quella la strada; sceglie allora una partecipazione diretta, scrivendo lettere, documenti, relazioni; propone allo Stato di fornire un aiuto economico per gli operai disoccupati, di creare un ospedale per le donne senza sostegno, un tribunale popolare, un ricovero per i vecchi. Ma i suoi progetti sono ritenuti le fantasie di una pazza. Olympe pubblica a spese proprie i suoi scritti, riempie di manifesti i muri di Parigi, partecipa alle assemblee pubbliche, di rado ascoltata, spesso derisa e addirittura scacciata. Soltanto qualche intellettuale ne apprezza le idee precorritrici, come Louis Sébastien Mercier, a cui Olympe si ispira per qualche riforma. Le sue opere cominciano soltanto adesso a essere scoperte. I suoi scritti sono conservati al Centre de prêt de l’Écurie du Roi di Versailles, da cui ne ho ricevuto copia. Così ha preso l’avvio la storia di Olympe.

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