Zunzunegui Santos
a cura di: Addis Maria Cristina

Lo sguardo plurale

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stato: Disponibile
Argomento: Cinema e spettacolo/Cinema Italiano
Collana: Cinemaespanso/11
anno: 2016
, pagine: 264

ISBN: 978-88-6897-025-3
20,00 €
19,00 €
Risparmi:
1,00 €
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Cosa significa fare cinema oggi? Cosa implica la creazione cinematografica in un contesto di perdita diffusa dei punti di riferimento che hanno definito storicamente la pratica filmica? Cosa fare per restituire al cinema un terreno d'azione specifico, ed evitare che il mondo dell'audiovisivo, con il quale è pur sempre necessario fare i conti, ne fagociti la singolarità?Lo sguardo plurale ripercorre i primi cento anni del cinematografo nel tentativo di individuare possibili risposte a queste ed altre questioni cruciali per le sorti della Settima Arte. Al centro della ricerca è l'arte cinematografica quale forma specifica e storicamente situata di pensiero per immagini, funzione costante ed essenziale delle culture che il Novecento ha visto realizzarsi in primo luogo attraverso l'immagine in movimento. Fra il prologo al presente, che interroga lo stato di salute di una pratica la cui funzione di configurazione dell'immaginario sociale sembra ridotta se non esaurita, e l'epilogo lirico che ritrova nel buio della sala il tempo perduto di un occidentale cresciuto insieme e attraverso l'immaginario cinematografico, le cinque parti che articolano il volume si imperniano ognuna attornoad altrettanti problemi, di ordine narrativo, estetico, politico, epistemologico, che il cinema ha di volta in volta affrontato nell'arco della sua breve e intensa storia. In stretto dialogo con le tesi estetiche di Gilles Deleuze e Serge Daney, il libro alterna analisi puntuali – Jean Renoir, Louis Buñuel, Akira Kurosawa, Jean-Luc Godard, Chris Marker, fra gli altri, gli autori affrontati – e minuziose ricostruzioni del dibattito teorico che ha accompagnato la nascita e l'evoluzione della modernità cinematografica. Lo stile letterario e dialogico, che riprende e rinnova la tradizione critica maturata dai Cahiers du Cinéma, si sottrae a qualunque posizione monoculare e ricerca all'interno dello stesso archivio-cinema gli strumenti concettuali per cogliere e rilanciare al presente la pregnanza culturale di "un'arte destinata a offrire ai propri contemporanei l'incontro con i momenti più decisivi dell'esperienza umana"

Maria Cristina Addis, Prefazione. Da vicino e da lontano. Cinque storie prospettiche di un pensiero che forma una forma che pensa

LO SGUARDO PLURALE
 Introduzione. Nel corso del tempo
 La fine dell’età dell’oro
 Imparare dalla storia
 Un circolo vizioso?
 Così lontani, così vicini
 Come continuare?

PARTE PRIMA NUOVE VISIONI DI VECCHI MAESTRI
 Questione di stile. L’arte cinematografica di Gregory La Cava
 Un cineasta quasi classico
 L’ordito della trama
 L’autonomia dello sguardo
 Il piano, la scena
 Alla ricerca dello stile perduto
 Paesaggi spettrali. Il ciclo del terrore di Val Lewton presso la RKO (1942-1946)
 Teatro dello spazio. L’enigma della rappresentazione in Le carrosse d’Or (1952) di Jean Renoir
 Visto e non visto. Lo sguardo filosofico di Luis Buñuel

PARTE SECONDA UTOPIE E FRATTURE
 La vita (si salvi chi può). Due o tre cose che so di Jean-Luc Godard. Sinfonia (incompleta) in tre movimenti
 Allegro con brio
 Rêveries-Passions (Allegro agitato e appassionato assai)
 Adagio lamentoso
 Passioni stilistiche. Bertolucci e gli anni della “modernità”

PARTE TERZA. INCURSIONI EXTRATERRITORIALI
 Ritorno alle origini
 Il potere della parola
 Il collezionista e l’esploratore. A proposito di Immemory (Chris Marker, 1997)
 Gli occhi non vogliono chiudersi. In forma di “tema e varia-zioni”.
 Tema: “Cosa, oggi, è ancora materia per gli occhi?”
 Variazione I: un cinema parlato
 Variazione II: Non riconciliati

PARTE QUARTA L’OSSERVATORE DISTANTE
 Tra superficie e profondità. L’arte cinematografica di Akira Kurosawa
 Voci in lontananza
 Elogio della modulazione. La poetica del “piano sostenuto” in Mizoguchi Kenji

PARTE QUINTA QUESTIONI DI TEORIA
 Il gusto e la scelta. La “politica degli autori” e la nozione di “messa in scena” nei Cahiers du Cinéma fra il 1952 e il 1965
 Piccole iniezioni di realtà
 Lo stupore per il nuovo. Pesaro e la “nuova critica”

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