a cura di: Addis Maria Cristina
Lo sguardo plurale
Collana: Cinemaespanso/11
ISBN: 978-88-6897-025-3
Cosa significa fare cinema oggi? Cosa implica la creazione cinematografica in un contesto di perdita diffusa dei punti di riferimento che hanno definito storicamente la pratica filmica? Cosa fare per restituire al cinema un terreno d'azione specifico, ed evitare che il mondo dell'audiovisivo, con il quale è pur sempre necessario fare i conti, ne fagociti la singolarità?Lo sguardo plurale ripercorre i primi cento anni del cinematografo nel tentativo di individuare possibili risposte a queste ed altre questioni cruciali per le sorti della Settima Arte. Al centro della ricerca è l'arte cinematografica quale forma specifica e storicamente situata di pensiero per immagini, funzione costante ed essenziale delle culture che il Novecento ha visto realizzarsi in primo luogo attraverso l'immagine in movimento. Fra il prologo al presente, che interroga lo stato di salute di una pratica la cui funzione di configurazione dell'immaginario sociale sembra ridotta se non esaurita, e l'epilogo lirico che ritrova nel buio della sala il tempo perduto di un occidentale cresciuto insieme e attraverso l'immaginario cinematografico, le cinque parti che articolano il volume si imperniano ognuna attornoad altrettanti problemi, di ordine narrativo, estetico, politico, epistemologico, che il cinema ha di volta in volta affrontato nell'arco della sua breve e intensa storia. In stretto dialogo con le tesi estetiche di Gilles Deleuze e Serge Daney, il libro alterna analisi puntuali – Jean Renoir, Louis Buñuel, Akira Kurosawa, Jean-Luc Godard, Chris Marker, fra gli altri, gli autori affrontati – e minuziose ricostruzioni del dibattito teorico che ha accompagnato la nascita e l'evoluzione della modernità cinematografica. Lo stile letterario e dialogico, che riprende e rinnova la tradizione critica maturata dai Cahiers du Cinéma, si sottrae a qualunque posizione monoculare e ricerca all'interno dello stesso archivio-cinema gli strumenti concettuali per cogliere e rilanciare al presente la pregnanza culturale di "un'arte destinata a offrire ai propri contemporanei l'incontro con i momenti più decisivi dell'esperienza umana"
Maria Cristina Addis, Prefazione. Da vicino e da lontano. Cinque storie prospettiche di un pensiero che forma una forma che pensa
LO SGUARDO PLURALE
Introduzione. Nel corso del tempo
La fine dell’età dell’oro
Imparare dalla storia
Un circolo vizioso?
Così lontani, così vicini
Come continuare?
PARTE PRIMA NUOVE VISIONI DI VECCHI MAESTRI
Questione di stile. L’arte cinematografica di Gregory La Cava
Un cineasta quasi classico
L’ordito della trama
L’autonomia dello sguardo
Il piano, la scena
Alla ricerca dello stile perduto
Paesaggi spettrali. Il ciclo del terrore di Val Lewton presso la RKO (1942-1946)
Teatro dello spazio. L’enigma della rappresentazione in Le carrosse d’Or (1952) di Jean Renoir
Visto e non visto. Lo sguardo filosofico di Luis Buñuel
PARTE SECONDA UTOPIE E FRATTURE
La vita (si salvi chi può). Due o tre cose che so di Jean-Luc Godard. Sinfonia (incompleta) in tre movimenti
Allegro con brio
Rêveries-Passions (Allegro agitato e appassionato assai)
Adagio lamentoso
Passioni stilistiche. Bertolucci e gli anni della “modernità”
PARTE TERZA. INCURSIONI EXTRATERRITORIALI
Ritorno alle origini
Il potere della parola
Il collezionista e l’esploratore. A proposito di Immemory (Chris Marker, 1997)
Gli occhi non vogliono chiudersi. In forma di “tema e varia-zioni”.
Tema: “Cosa, oggi, è ancora materia per gli occhi?”
Variazione I: un cinema parlato
Variazione II: Non riconciliati
PARTE QUARTA L’OSSERVATORE DISTANTE
Tra superficie e profondità. L’arte cinematografica di Akira Kurosawa
Voci in lontananza
Elogio della modulazione. La poetica del “piano sostenuto” in Mizoguchi Kenji
PARTE QUINTA QUESTIONI DI TEORIA
Il gusto e la scelta. La “politica degli autori” e la nozione di “messa in scena” nei Cahiers du Cinéma fra il 1952 e il 1965
Piccole iniezioni di realtà
Lo stupore per il nuovo. Pesaro e la “nuova critica”
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